Girotti mvp col Cupra: “Mai subiti così tanti rigori, prima o poi uno dovevo pararlo”

OSIMO – Una parata che vale come un gol, che può pesare tantissimo. Luca Girotti, portiere classe 1987 alla prima stagione in biancorosso, ha evitato il pareggio del Cupramontana sabato scorso parando un calcio di rigore a 5 minuti dalla fine con il San Biagio in inferiorità numerica. Ha evitato così che il controsorpasso sull’Osimo Stazione andasse in fumo nel concitato finale di gara. Ma già in precedenza si era distinto per una parata a terra provvidenziale su una punizione velenosa con la palla uscita all’improvviso da una mischia in area piccola. Visto il miracoloso intervento sul rigore che è valso l’1-0 quanto il gol decisivo di Pizzichini, i compagni di squadra e i dirigenti lo hanno scelto come migliore in campo con 17 preferenze, seguito dalle 3 a Rivellini e le 2 a Pizzichini. Eccolo dunque nella tradizionale intervista infrasettimanale:

Luca sei stato scelto come mvp col Cupra, pensi sia stata la tua migliore prestazione? Tu chi hai votato e perché?
“Non penso che la mia sia stata la miglior prestazione stagionale, ma per come si sono messe le cose può essere stata di certo una delle più importanti. Sapevamo che ci aspettavano quattro finali, e la prima l’abbiamo vinta. Parare un rigore non è mai facile, così come tirarlo, ma questa volta è andata bene e possiamo continuare a sognare. Io ho votato Marco Rivellini, mi ha impressionato la sua grinta e la voglia di correre e lottare fino a dopo il novantesimo e non è un caso se alla sua età sia sempre davanti a tirare il gruppo”.

Raccontaci l'episodio del calcio di rigore: come è nato il fallo e come è stata la parata? Ti sei buttato a occhi chiusi indovinando l'angolo o hai intuito la direzione del tiro?
“Se devo essere sincero, non ho visto bene il fallo da cui è scaturito il calcio di rigore, ero coperto dall’uomo in marcatura, ma mi hanno confermato in diversi che l’arbitro è stato molto generoso, come del resto in altre occasioni, rischiando di compromettere una stagione intera. Parliamo di un  lieve contatto, come ne capitano a decine ogni partita. Per quanto riguarda la parata sul rigore ho aspettato in piedi fino all’ultimo ed ho indovinato l’angolo giusto. Per la legge dei grandi numeri… prima o poi… lo dovevo parare (ahahahahahahah), credo di non aver mai subito tanti rigori come quest’anno!”.

Dopo i gol subiti da calcio piazzato con la difesa chiamata in causa per un certo immobilismo, sabato vi siete riscattati concedendo poco e tu in particolare parando il rigore, cosa hai provato in quel momento?
“Penso sia difficile poter criticare la miglior difesa del campionato e comunque una squadra intera che è stata davanti praticamente dall’inizio alla fine,  ma di certo nelle ultime giornate qualcosa sembrava essersi inceppato. Stiamo facendo qualcosa di grande, dobbiamo solo esserne convinti, sabato l’adrenalina in corpo era tanta e ci ho messo un po’ a calmarmi dopo il fischio finale”.  

Analizziamo la partita: vittoria meritata o era più giusto il pareggio viste le sofferenze nel finale?
“Credo che la vittoria sia meritata, perché se tra le due squadre ce n’è una che ha provato di più a vincere è di certo il San Biagio. Il Cupra è una buona squadra, che si è ben difesa cercando di ripartire. Ha provato ad impensierirci solo sui calci da fermo, troppo poco per pensare di meritare il pareggio. La partita è stata decisa dagli episodi solo che Roby ha segnato una punizione magistrale mentre loro hanno fallito il regalo concesso dall’arbitro”. 

Alla fine è stata una vittoria sofferta decisa dagli episodi, ma che denota anche una buona reazione di carattere dopo il ko di Borghetto… non trovi?
“Il ko di Borghetto secondo me può anche starci, forse no per come è maturato, ma  penso che se abbiamo lasciato per strada qualche punto, lo imputerei di più ad altre partite. La squadra è viva, carica e tutta la delusione accumulata dopo Borghetto è stata riversata in campo e sarà così fino alla fine per le prossime 3 finali. Abbiamo un sogno e faremo di tutto per raggiungerlo”.

Sabato il San Biagio ha compiuto l'immediato controsorpasso approfittando del pareggio dell'Osimo Stazione: ora il destino è di nuovo nelle sue mani. Come affrontare queste ultime tre gare con così tanta pressione sulle spalle?
“Arrivati a questo punto ogni partita è insidiosa, visto che ciascuna squadra gioca per un obiettivo, ma penso che la carica/shock di dover per una volta rincorrere ci abbia fatto bene. Carichi al punto giusto…questa è la soluzione, con la consapevolezza che essere in testa è meglio che rincorrere”. 

Temi la trasferta di San Paolo su un campo piccolo e infuocato come Staffolo? E' quello di sabato l'ultimo ostacolo vero della stagione?
“Non sarà l’ultimo, ogni squadra a questo punto ha le proprie motivazioni e i propri obiettivi da qui alla fine, di certo andiamo ad affrontare un buona compagine con degli ottimi elementi. Noi ce la metteremo tutta per spuntarla consapevoli che non lasceremo nulla di intentato”.  

Dopo un avvio con il ruolo di portiere conteso fra te, Galassi e Spadari sei uscito alla distanza come titolare fisso: un primo bilancio di questa tua prima annata a San Biagio?
“San Biagio è una bella realtà che sta crescendo. E’ bello far parte di questo gruppo, perché prima che dei compagni di squadra e dirigenti credo di aver trovato delle belle persone. Noi portieri siamo affiatati e sotto la guida di Omar stiamo cercando di rendere al meglio”.

Il compagno di squadra che ti sta sorprendendo di più?
“Tra alti e bassi tutti i miei compagni di squadra hanno contribuito allo splendido percorso fatto finora. Per ognuno di loro avrei qualcosa da dirti, mi sento di nominarti Michele Domenichetti, per la voglia con cui ha affrontato questa avventura facendosi trovare pronto ogni qual volta è stato chiamato in causa, e Mattia Casaccia secondo me vero leader della squadra. Ma complimenti a tutti”.

Hai un messaggio o un consiglio da lasciare a qualcuno?
“Ho guardato il cielo lasciando il campo…sabato mio Padre da lassù mi ha dato la carica ancora una volta”.

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