Spadari mvp a Falconara: “Un grazie al San Biagio ma e’ il momento di smettere”

OSIMO – Un ruolo delicato, quest’anno più che mai. E così compagni di squadra e dirigenti, quasi all’unanimità, lo hanno voluto onorare con la palma di migliore in campo, al di là dell’effettiva prestazione sfornata. In quella che a quanto pare è stata la sua ultima partita in carriera, Simone Spadari, portiere 35enne, ha dovuto mettere le pezza in un paio di circostanze per evitare il gol del Falconara sabato scorso. Ciononostante alla fine la squadra è uscita sconfitta dal Roccheggiani, una sconfitta indolore, che resterà negli annali sono per essere stata l’ultima gara di “Spadino”, tre stagioni in biancorosso nelle quali si è distinto per disponibilità, simpatica e correttezza e nella quale, specialmente nell’anno della promozione in Prima con mister Marinelli, ha dimostrato grande affidabilità tra i pali. La sua presenza a San Biagio mancherà. Eccolo dunque nella classica intervista all’mvp della settimana, l’ultima della stagione 2016/2017.

Simone, sei stato scelto come migliore in campo sabato a Falconara, pensi di esserlo stato? Tu chi hai scelto e perché?
“Penso sia stato un omaggio dei compagni nei miei confronti, non sono stato molto impegnato durante la frazione di partita giocata. Io ho scelto Riccardo Mandolini che insieme a Gasparetti hanno creato molte occasioni pericolose”.

Partita condizionata dalle diverse motivazioni. Il Falconara costretto a vincere per non retrocedere, mentre il San Biagio ormai appagato a centro classifica. Tuttavia il 2-0 sembra eccessivo perché anche i galletti hanno avuto le loro chance. Come analizzi la gara?
“Potevamo chiudere la stagione con una vittoria ma ormai con la testa eravamo in vacanza e solo nel finale abbiamo spinto di più ma il Falconara si è chiuso bene”.

Raccontaci le azioni dei due gol subiti …
“Primo gol nel su azione da calcio d’angolo, il difensore si è inserito bene ed ha insaccato con un incornata. Il secondo gol nella ripresa da un’incursione dalla sinistra, una ribattuta dopo una mia respinta corta”.

Stagione conclusa a 39 punti, con 13 ko e 11 vittorie, settimo posto con salvezza arrivata con 4 turni di anticipo e playoff svaniti dopo averli sognati a lungo. Come giudichi la stagione del San Biagio?
“Una buona stagione in linea con le ultime della società, ma resta il rammarico per l’ennesima occasione persa”.

Pensi che effettivamente i playoff fossero irraggiungibili? Che la squadra ha fatto il massimo e di più non ne aveva?
“Probabilmente si, è arrivata scarica alla fine”.

Compagno di squadra che ti è piaciuto di più quest’anno?
“Paolo Brandoni”.

La partita secondo te più bella e più brutta del Galletto?
“La vittoria a Sassoferrato è stata una bella soddisfazione, una prova di carattere, mentre la sconfitta in casa del Montemarciano è stata la più brutta prestazione dell’anno a mio giudizio”.

Sei tornato la scorsa estate al San Biagio con il ruolo di terzo portiere, poi a metà stagione ti sei ritrovato a fare il secondo. Come giudichi la tua stagione e quanto è difficile gestire la parte di dodicesimo?
“ È stato un piacere essere presente alle partite oltre che gli allenamenti ma questo mi ha messo in difficoltà per via di questioni personali”.

35 anni, 2 figli piccoli di cui uno appena nato e un lavoro che non è semplice da far combaciare con gli impegni calcistici: hai già deciso cosa farai l’anno prossimo?
“Con un po’ di commozione purtroppo ho deciso che appenderò i guanti al chiodo per tutti i motivi che hai elencato”.

Cosa hai provato sabato alla fine dei tuoi 45 minuti di gioco, quando l’arbitro ha fischiato per tre volte sancendo la fine della gara e quindi anche della tua carriera da calciatore?
“Sabato mi veniva da piangere, sono sincero, speravo che l’arbitro non fischiasse mai la fine”.

Dicci il ricordo più bello che ti porterai dietro ed anche la partita più bella e la più brutta che hai fatto in carriera..
“La partita più bella è stata un Argignano-San Biagio 0-1, del campionato vinto poi dai galletti in Seconda categoria, dove ho murato la porta e a fine partita ho messo in crisi mister Marinelli sulla scelta del primo portiere. La partita più brutta è stata un Sirolese – Pietralacroce 2-2, scontro salvezza a fine campionato dove ho fatto due gravi errore che stavano per compromettere la stagione del Pietra.

Cosa ti porterai dietro dell’esperienza a San Biagio?
“A San Biagio sono cresciuto come giocatore e come uomo, ho solo bei ricordi”.

Cosa consigli ai ragazzini che sognano di fare il portiere e poi finiscono per essere il dodicesimo, spesso ruolo ingrato ma fondamentale
“Il ruolo del portiere richiede una concentrazione maggiore rispetto gli altri ruoli, hai una pressione addosso che se non la reggi non puoi ricoprirlo. Oltre ad allenarti sulla tecnica e la forma fisica, serve un duro allenamento mentale. I tempi morti nell’attesa di un’azione verso l’area rischiano di farti deconcentrare e farti volare con i pensieri: sgombera la mente adesso tocca a te!”.

Hai un messaggio per qualcuno?
“ Vorrei ringraziare la società che in questi anni mi ha dato fiducia e opportunità di crescere”.

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