Amarezza San Biagio, il pari beffa arriva al 95’

OSIMO – Poteva essere la vittoria della svolta, la seconda consecutiva, con una classifica raddrizzata e morale alle stelle. Invece al 95’ arriva la doccia gelata, complice un arbitraggio alquanto discutibile che ha  compromesso l’intera gara. Ma andiamo con ordine. In attesa del nuovo allenatore ufficiale, il Galletto è guidato ancora dal preparatore dei portieri Simone Pesaresi che dalla panchina sprona i suoi. L’approccio non è come contro la Castelleonese. Il campo stretto di Chiaravalle non aiuta a giocare a calcio, a pensare con calma e ad impostare. Serve solo grinta, velocità, movimenti senza palla e un po’ di fortuna. Il San Biagio sembra riuscire in tutto ciò col passare dei minuti e infatti al 20’ arriva il vantaggio: Mihaylov da sinistra, dopo aver tentato un dribbling, riesce a crossare al centro recuperando una palla che sembrava persa, in mezzo all’area Mobili di testa fa la sponda per Pericolo, che è lesto ad evitare il marcatore e di sinistro, dal limite del vertice sinistro dell’area piccola, fa partire un diagonale forte che trafigge il portiere, l’ex di turno Selimaj. Sullo 0-1 la gara è in discesa: il Chiaravalle è costretto a spingere e lascia spazi. Il Galletto ci prova un paio di volte in contropiede ma è impreciso nella verticalizzazione decisiva. Poi, quando meno te lo aspetti, ecco l’episodio che segna il match. Dopo un contrasto a metà campo, sulla linea laterale, l’arbitro si erge a protagonista e sventola un rosso diretto a Saraceni che lascia tutti di stucco. Anche i giocatori di casa, i quali neanche avevano protestato per l’atterramento, visto che Saraceni si era scontrato con un avversario, entrambi cadono a terra fortuitamente. L’arbitro invece, di fronte alle proteste ospiti, dice di aver visto un fallo di reazione di Saraceni, ma se ci fosse stato avrebbe mandato su tutte le furie gli avversari, come giusto che sia, avversari che invece in evidente imbarazzo assistono alle ptoeste e incassano un vantaggio inaspettato e immeritato. Per un’ora giocano così in 11 contro 10 grazie all’arbitro e tengono sempre il pallino del gioco in mano. Per fortuna il campo dei Pini di Chiaravalle con le sue dimensioni ridotte aiuta a coprire gli spazi e a reggere l’urto dello svantaggio numerico.

Sarà in sostanza una gara in sofferenza, con Carbonari costretto a diverse uscite alte e ad un paio di ribattute su tiri da lontano. Il Galletto è sempre costretto a difendersi e nella ripresa i cambi cercano di apportare fisicità con gli ingressi di Dieng, Tunnera e Cesari. La voglia di vincere e lo spirito di sacrificio sembrano però bastare per strappare una vittoria stoica. Anzi, all’80’ Selimaj miracoleggia su una conclusione di Pericolo diretta sotto la traversa, mentre poco prima un errore in disimpegno stava per consentire a Mandolini di beffare il portiere recuperando una palla sul fondo, ma poi la difesa locale si salva. Gol sbagliato, gol subito. E’ la dura legge del gol, ma ad aiutarla a concretizzarsi ci pensa ancora l’arbitro, già capace nel primo tempo di fischiare un fuorigioco a Mobili su un rinvio dal fondo del portiere sambiagese, alla faccia del regolamento. Nel finale il Chiaravalle spinge senza sosta, con confusione ma con tanto ardore, il San Biagio arranca e si difende con un 3-5-1 che diventa spesso 5-3-1. Non riesce più ad alzare il baricentro anche perché a Mobili non viene più fischiato un fallo a favore nella ripresa. Anzi, al 95’, un minuto oltre i 4 concessi dall’arbitro, viene fischiato un fallo apparso inesistente su pressing di Gallina ad un difensore, con palla rubata e attaccante diretto in porta. Sarebbe stata l’ultima occasione, buona oltretutto per il raddoppio. Invece il direttore di gara ferma Gallina e gli fischia fallo contro. Sul lancio lungo D’Urzo riesce a stoppare palla al limite del vertice sinistro dell’area, fa partire un tiro disperato che passa tra la selva di gambe in area e colpisce il primo palo depositandosi poi in rete. E’ l’1-1, immeritato ed ingiusto. San Biagio beffato e vittoria sfumata. Urge subito una riscossa, perché la rabbia è tornata grande e va sfogata sul campo, come dopo Villa Musone. A conti fatti, due punti persi, ma i segnali giunti dal gruppo sono positivi e su quelli bisogna concentrarsi.

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